giovedì 19 dicembre 2013

prima recita di natale del mio bambino.
domani.
grosse emozioni, grosse aspettative.
solo che lui fa la palma.
cioè, la palma.
la palma l'albero per capirci.
e niente.
lo amo lo stesso io.
però.
la palma.
dai.
siamo seri.
la palma.

giovedì 5 dicembre 2013

martedì 3 dicembre 2013

di leggende natalizie

siamo in ascensore, io e i nanetti.
andiamo a casa di amici.
a un certo punto la iena, sguardo in su
'mamma, cuata, c'è gesù'
alludendo non a mistiche visioni, ma all'immaginetta dello stesso attaccata alla porta da qualche tifoso
mentre io realizzavo che ancora esistono le figurine del cristo, mentre io realizzavo che la bimba conosce gesù, mentre io valutavo a quale nonna chiedere spiegazioni, il vandalo
'no, ma che dici, quello è babbo natale, vero mamma??'

cose così.

domenica 1 dicembre 2013

di novembre

dei compleanni.

delle tarsu. tares. o come cazzo vi pare. che pretendono 500 euro da una pensionata che ci deve campare un mese, con 500 euro. che sarebbe scandaloso anche se la raccogliessero davvero, l'immondizia.

dei giornali che non leggo più e delle notizie che non voglio più ascoltare.

del vino novello. leggero e allegro nel suo bicchiere grande grande.

della corsa.

di parigi.

di parigi.

di parigi.

del freddo, che finalmente metto quella sciarpa che amo. e non vedevo l'ora.

delle amiche lontane, tutti i mesi. e di quelle vicine.

dei libri che non leggo più.

di berlino, che è la prossima parigi.

della paura di perderti, senza sapere perché.


martedì 19 novembre 2013

c'est tout





ci sarebbe la leggerezza di partire in due, di nuovo, dopo anni.
ci sarebbe uno zainetto minuscolo.
si potrebbe raccontare di un aereo che non riesce ad atterrare. e le preghiere di un'atea che vuole rivedere i suoi figli. e due ore che diventato sei.
potrei dirvi di birre pomeridiane come se avessi ancora vent'anni.
o di bagel col formaggio.
ci sarebbe poi da parlare dei jardin du luxembourg, e tappeti gialli che scricchiolano sotto i tuoi piedi.
o anche dei gradini, milioni, della torre di ferro. 720 in realtà. più 720 a scendere. ma quelli non contano, no?
poi c'è il freddo. e cappello. calze. sciarpa. guanti. 
potrei provare a dire dei baci e degli abbracci e delle strette e dell'amore trovato a casa ad aspettarmi. come se fossi stata via dei mesi, invece che due giorni. (no mamma, tre giorni)
e il pain au chocolat. tanti pain au chocolat.
ci sarebbero mille altre cose, tutte chiuse strette strette in due giorni piccoli piccoli. due giorni voluti, aspettati, meritati.
ci sarebbero tutte queste cose, da raccontare.
e poi c'è anche che tutto questo, noi, lo abbiamo fatto in bici. gran parte.
su delle fantastiche bici dal colore indefinito che trovi ad ogni angolo di strada. 
ci sarebbe da raccontare.
la gioia. 
la gioia di andare e quella di tornare.


giovedì 7 novembre 2013

di ottobre

della pioggia. tanta pioggia. troppa pioggia.

delle cheesecake.

del controllo dalla dietologa. e manteniamo il peso tanto questo è mangiare sano mica dieta. a casa sua forse, ma tant'è.

delle sveglie alle otto. chè poi magari i bimbi dormono prima, pensavamo. sbagliando.

dell'affitto pagato il 20. con l'affanno.

del primo giorno di scuola. un'altra volta. un'altra scuola.

della voglia di mandorle che non passa mai.

di pippi calzelunghe che è scandinava e chi l'avrebbe mai detto.

delle amiche che vengono. e che vanno. e che vengono. e poi vanno, sempre.

dei biscotti, e delle case che odorano di vita.

dei figli. sempre. ovunque.



martedì 22 ottobre 2013

quando ero piccola

mia nonna a volte per merenda mi metteva del caffè in un piatto e poi mi dava una fetta di pane da bagnarci dentro.
di piatto la fetta di pane, la dovevi bagnare su tutto il lato.
ci ho pensato e ho risentito l'odore il sapore e quel sentirsi grandi con il caffè.
e ho pensato anche che mia nonna è ancora viva. è del '17. ha mille anni. e io non la vedo da quanto? ogni tanto la sento.
ho pensato anche che spero i miei figli siano nipoti migliori di me.

martedì 15 ottobre 2013

pensiero stupendo

ho la testa che insegue un pensiero, da giorni.
e non riesce a trovarlo, da giorni.

una cosa che sta là, e che è una cosa bellissima.
un'idea fantastica.
una cosa da fare. una bella cosa da fare.

solo che l'ho persa.
non la trovo più.

speriamo fosse la solita stronzata. altrimenti che peccato.

giovedì 10 ottobre 2013

APP

vi volevo dire che ho trovato un app (app sta tra le 10 parole che odio di più al mondo) fighissima.
ma proprio.
che tu fai una foto a una cosa qualsiasi. e premi invio. e quella, la foto, arriva a uno in una qualsiasi parte di mondo. e poi a te ti arriva una foto da una qualsiasi parte di mondo.
ma non sai da chi, sai solo da dove.
e lo stesso la tua, è una foto anonima da napoli.
capì?
non puoi mettere like, non like, commenti e cazzi.
solo così. scatti, invii, ricevi, ciao.
io l'ho trovato geniale. romantico a tratti.
ditemi che lo amerete, vi prego.
perché l'ho detto a lui, entusiasmo a mille. ha alzato le spalle. cioè, ha alzato le spalle e basta.
gli faccio  com'è, non lo trovi geniale?
mi fa  no. è abbastanza una cagata.

ah, si chiama rando. come random ma senza m.

mercoledì 9 ottobre 2013

sabato 5 ottobre 2013

di settembre

delle scuole che iniziano. finalmente. e carmen non c'è più. e mamma non voglio lasciarti mai.

dei ritorni in palestra.dopo 4 anni. e sono sempre tutti là. più magri e più fanatici. ma tutti là. e scopro che mi mancarono.

delle prime volte al cinema. dell'emozione che non so dire, a vederlo lì con gli occhi spalancati e i popcorn in mano. di monsters university. domani pomeriggio andiamo a vedere turbo anche?

delle fritture di pesce a mezzanotte.

della gente sempre uguale, sempre ferma al 1994 come un disco che salta. e salta. e salta.

della bici che come ho fatto a vivere senza fino ad ora. e delle salite di napoli che uccidono.

della iena che ha due anni. già. ancora. parla come una settantenne e io la amo da morire.

del vandalo che usa i congiuntivi. non ne sbaglia uno. e io lo amo da morire.

della gente che si ammala, e che morirà. della gente giovane che morirà. e di lui che soffre, nel silenzio.






martedì 1 ottobre 2013

ancora

mi chiedo come fai a deludermi ancora.

me lo chiedo, perchè ogni volta credo che peggio non potrai mai fare. o dire.
ma sbaglio, ogni volta.
perchè fai. e dici.

domenica 29 settembre 2013

e l'eco rispose

ecco cosa è successo con questo libro.

che lo comincio a leggere in ebook.
mi divoro 100 pagine in due giorni
mi piace abbastanza, ma mentre sono a pagina 108 si scarica il lettore.
cerco il cavo per metterlo in carica, non lo trovo da nessuna parte.
metto sotto sopra la casa.
maledico la tecnologia.
non lo trovo proprio.
lo ordino su amazon, incazzata nera.
e comincio a leggere un altro libro.
niente male tra l'altro.
ci metto quindici giorni.
nel frattempo arriva il cavetto. lo stesso giorno in cui l'altro, l'originale, torna dalla sua fuga sotto il divano.
caricato l'ebook finisco il libro della spagnola e riprendo, scettica per l'interruzione, con l'eco.
hosseini con i suoi mille nomi e mille facce.
e in un giorno, ieri, ho finito le oltre 200 pagine che mi mancavano.

come al solito non mi delude, anche se lo temevo fortemente.
come al solito l'ho amato, nonostante mi abbia angosciato e intristito e commosso.

come al solito, vorrei essere lui.

martedì 17 settembre 2013

l'america

l'unica cosa che può giustificare una distanza così è una felicità enorme. quindi cerca di esserlo. felice dico. provaci molto per favore. e provaci sempre.

per favore.



sabato 14 settembre 2013

finalmente giunse









e dire che c'avevo un uomo, una volta, che orgogliosamente si dichiarava contrario alla donazione degli organi.
e già questo.
e lo motivava col fatto che se poi lui stava male, per esempio, ridotto a un vegetale, per esempio, se era donatore poi gli staccavano la spina. senza aspettare, che ne so, sei sette otto mille anni?
chè magari salvavano la vita a qualcuno, o ridavano la vista a un bambino.
particolari.
poter regalare la vita a un neonato di sei mesi non gli era mai passato per la testa, credo.
comunque era un cretino.

giovedì 5 settembre 2013

c'è vita alle otto del mattino

ho fatto il caffè.
la doccia.
ho avviato una lavatrice.
ho scoperto che i vicini di destra si alzano prima delle sette.
ho scaricato un 20% di batteria del telefono.
ho letto il giornale.
ho cercato casa.
ho preparato in bagno i vestiti dei bimbi (ma questo quando non sapevo proprio più che cazzo fare).

sono le otto e mezza.

sono in depressione da disoccupazione.
o mi sto preparando per il titolo di casalinga dell'anno.

martedì 3 settembre 2013

2.le perle del vandalo

'mamma, ti ricordi quando io ero piccolo e tu ti mettevi le scarpe da baldracca?'

ma così, per dire, non è che forse dovremmo moderare il linguaggio in presenza della prole?


che io poi metto i tacchi solo ai matrimoni eh.

martedì 13 agosto 2013

un lavoro sporco

leggo questo libro che non è genere mio neanche un po' ma che si fa leggere comunque.
una cagata pazzesca su un personaggio che dalla morte della moglie comincia a recuperare le anime dei morenti, che si trovano in un qualche oggetto del cadavere in attesa di un non meglio specificato fine.
comunque.
che era una cagata l'ho detto, mi sembra.
ma l'idea di fondo è che la gente ha un'anima. che alla morte passa ad un oggetto. e poi ad altra gente.
ma non tutti ce l'hanno.
alcuni proprio no.
e mi è piaciuto molto.
mi è piaciuto molto, perché si spiegano un sacco di cose.
o almeno io così capirei un sacco di cose.
o almeno abbastanza cose.
capirei come fa una mamma a uccidere i suoi figli, per esempio. perché è una cosa che non può essere, se ce l'hai un'anima.
o capirei come fa un uomo a violentare una donna. o due uomini. o tre uomini.
mi piace pensare che non è colpa loro.
ma dell'anima che non c'è.
mi piace di più dell'idea di un dio che fa cadere un pullman da un viadotto.
e fa morire trentotto persone.
che tornavano dall'aver celebrato un suo santo.
perché se devo credere in dio, io, voglio credere in un dio romantico.
altrimenti preferisco un puntino rosso in petto che passa da gente a gente.

martedì 30 luglio 2013

va tutto bene

i miei uomini sono andati al pub stasera.
soli.
no mamma, tu no. è una cosa tra uomini.
le donne a casa.
a mangiare sbobbe da mocciosi e a vedere film e a coccolarsi come non si può quando c'è il vandalo in giro.
e poi la dietologa mi ha dato mezzo litro di birra a settimana.
che è una birra media. ma se dico mezzo litro mi sembra tantissimo.
e non pesavo così poco da cinque anni.
e compro vestiti e gonne e costumi.
e leggo roba figa.
e domani esco.
e venerdì pure, coi bimbi dai nonni.

insomma. va tutto bene credo.

sabato 27 luglio 2013

sabato 20 luglio 2013

che poi la vita senza iphone è molto bella

ma forse io sono di parte.
perchè l'ho perso.
ho perso l'iphone. il terzo.
un mese fa più o meno.
i primi giorni sono duri, sei fuori dal mondo.
che poi è anche il motivo per cui sono sparita dai vari twitter instagram e, per chi se lo stesso chiedendo (chi, se lo chiede?).
poi però è molto bello.
parlare tra umani, guardarsi in faccia magari nel mentre.
chiedere a uno che hai fatto ieri sera, anche. chè non lo sai più in diretta.

e poi oggi, mi arriva una mail di amazon.
vuole sapere, se per caso, ma PER CASO eh, io fossi interessata a che ne so, un iphone tipo. 4, 4s, nero, bianco, 3 o anche 5. per caso però.

ecco, io ho paura. ma non per dire, veramente ho paura.

mercoledì 17 luglio 2013

ho sedici anni??

ennesimo matrimonio dell'anno.
quello che doveva essere una rottura di coglioni enormi, perché io i matrimoni li detesto, si è trasformato in una serata piacevolissima.
e non per i bimbi che dormono dai nonni per la prima volta.
né per i litri di pessimo vino.
né per gli amici tutti insieme senza figli che sembrava fosse dieci anni fa.
né per il primo piatto di pasta in due mesi, tra l'altro pessimo.
ma perché ho avuto una visione celestiale.
la tipa che all'università aveva le tette più belle del suo anno ha fatto soffrire il mio amico che salutava una volta su dieci perché lei era troooooppo figa che. 
ecco, lei.
è diventata cento chili. 


e non mi convincerete che è da immaturi goderne. no no.

domenica 23 giugno 2013

fratelli

e poi li vedo correre mano nella mano.
li vedo parlottare di cose incomprensibili.
li vedo abbracciarsi all'improvviso, al centro della stanza, e baciarsi.

e improvvisamente non sono più stanca, ma solo felice.

giovedì 20 giugno 2013

riassunto

mi annoio.
mangio poco. quasi niente.
ho fame. quasi sempre.
bevo tre tisane al giorno. oltre a due litri d'acqua.
quindi passo la metà del mio tempo al cesso.
mentre mi annoio.
accolgo ospiti e poi li saluto e poi li riaccolgo.
e in mezzo pulisco le loro lenzuola.
ma mi annoio lo stesso.
leggo troppo.
mi tatuo troppo.
mi faccio convincere ad andare una settimana al mare coi miei. sapendo già che me ne pentirò.
non scrivo più. un po' perché mio fratello mi legge. un po' perché ho niente da dire.
sogno vacanze che non farò, e espatri che non avverranno. non a breve almeno.
e nel frattempo mi sento stanca. e inutile. e sprecata.
e annoiata.

venerdì 7 giugno 2013

mmm

ho comprato un biglietto per parigi.
anzi due.
due adulti.
è un segreto.
non ci credo, ancora.
due notti. e due giorni.
48 ore giuste.
senza mocciosi.

sorrido.

sabato 25 maggio 2013

dei compleanni

e neanche il tempo di scoprire che mio figlio cambia donna come fosse un brad pitt qualunque

(...e invitiamo anche alessia alla mia festa.
.
.
e chi è alessia?
la mia fidanzata.
e giulia? non era giulia la tua fidanzata?
no mamma. ora giulia sta con stefano.  la mia fidanzata è alessia)

che la mamma di alessia mi chiama, per dirmi che certo, loro verranno alla festa del vandalo. (ma come? ma se noi non siamo andati mai alla festa di nessuno, che io sono brutta e gli inviti li butto senza neanche leggerli perché poi dovrei andare e stare quelle due tre ore a parlare di cose che ignoro o di figli o di pannolini e baby sitter e scuole comunali e graduatorie e.
che poi stupore nello scoprire che le mamme, quelle vere, ce li portano davvero i figli alle feste dei compagni di classe)
e non fa niente se io gli inviti li avevo mandati per educazione.
e non fa niente se io le feste le odio, quelle dei miei figli di più.
e non fa niente se la mia praticamente consuocera ha esordito dicendo 'signora, lei è la mamma di carlo?'

(signora? signora? signoraaaaaaaaaaaaaaaa??? a me????)

non fa niente, perché ora mi tocca fare conversazione ed essere educata e cordiale e ospitale.
tutte cose che non so fare.
e odio fare.
e mi deprimono.
e mi invecchiano.



per la cronaca. lui fa tre anni. alessia ne ha 5.
mio figlio sarà uomo da milf.

sabato 11 maggio 2013

tristezza vera

che paese è questo in cui viviamo
con politici e ministri che manifestano contro magistrati
con ex uomini che ti inseguono con un ascia
o pagano qualcuno per farti sfigurare
con gente che dorme fuori a un centro commerciale, per comprare un cazzo di telefono sotto costo
è un telefono
un telefono
solo un telefono.
che paese è quello in cui chi dovrebbe non ascolta
mentre noi
qui
siamo su un piano inclinato
e andiamo a rotoli
sempre più veloce
sempre più giù

sono triste per noi

martedì 30 aprile 2013

commenti ignoranti








che erano anni e anni e anni che io ci volevo proprio andare a copenaghen.
e poi ci sono andata.
ora.
che forse è tardi, ho aspettato troppo.
che forse non è da famiglia.
ma mi è piaciuta zero.
fredda.
vuota.
finta.
smorta.
morta.

e poi, diciamoci la verità, questi sono troppo biondi per essere veri.

mercoledì 3 aprile 2013

biancaneve

devo dire una cosa.
devo troppo dire una cosa.

a me
i
bambini
non
piacciono
.

cioè, non mi piacevano prima, non mi sono mai piaciuti.
poi ne ho messi al mondo due.
e li amo. da morire.
e sono la cosa migliore che io abbia fatto nella vita. quella che mi è riuscita meglio sicuramente.
ma questo non vuol dire che ora i bambini mi piacciano. no.
i miei mi piacciono.
e odio quelli che tutti i bimbi sono belli e dolci e.
non vi credo.
e credo anche che molte mamme saranno d'accordo con me, ma si farebbero ammazzare piuttosto che dirlo ad alta voce.
ecco, alleggeritevi, spensieratevi. la parte della strega cattiva la faccio io.

e niente.
l'ho detto.

sabato 30 marzo 2013

ciao








e mi giocai i ricordi provando il rischio
poi di rinascere sotto le stelle
dimenticai di colpo un passato folle
in un tempo piccolo


giovedì 28 marzo 2013

fine della storia

fine dell'anonimato.
mi hanno trovato.
eva kant e diabolik. marito e moglie. ci hanno messo un attimo.

magari chiudo tutto e emigro su wordpress........

sabato 16 marzo 2013



Secondo Wasserman, questo era uno dei delitti imperdonabili commessi dai tedeschi: "Chè se Dio ci ha cacciati dal Paradiso Terrestre, voi avete espulso l'uomo anche dall'inferno". Neigel: "Prego, spiegazioni?". Wasserman:   (...)   "Nu mah... l'illusione ci avete tolto... l'illusione che esista un inferno... anche per questo è necessaria un'illusione, e un pizzico di non-conoscenza e di segreto, di mistero... chè solo così può la speranza mantenersi in vita, quella misera speranziella che forse dopo tutto le cose non sono poi così brutte... e sempre ci figuravamo l'inferno, lo sa? con lava bollente in grandi caldaie, ma poi siete venuti voi, con permesso parlando, e ci avete fatto vedere quanto povera era la nostra immaginazione..."


david grossman   vedi alla voce: amore

mercoledì 13 marzo 2013

mamma?


mammaaaaaaaaaaaaa?

dimmi amore (distrattamente. dovete immaginarla distratta la risposta)

mamma. il mio pisellino mi fa male.

devi fare la pipì? (già più attenta ora. non molto, giusto un po')

no mamma. il mio pisellino è di legno.
.
.
.
.
non ci pensare amore. se ti distrai passa.


martedì 5 marzo 2013

e poi, mentre sei lì che vuoi crederci, succede questo.
a ricordarti che qui non c'è futuro, non c'è speranza.

povera città.
poveri noi.

mercoledì 27 febbraio 2013

dei diritti e dei doveri

io l'ho fatto il mio dovere.
l'ho fatto perché è un mio diritto.
l'ho fatto perché mi piace quell'attimo solenne, in cui decidi della tua vita e del tuo destino e del futuro tuo e dei tuoi figli.

(risate di sottofondo)

no, davvero.
in mezzo a uccellini colorati e cartine dell'italia e collage di fiori, tu scegli.
scegli quello che somiglia di più alle tue idee.
scegli di cambiare.
scegli di non farlo.
scegli di crederci ancora, e sempre.

poi ti svegli e sei in italia.



domenica 24 febbraio 2013

a casa di s.

il compleanno quell'anno lo festeggiava a casa.
è luglio, inizio.
c'è un caldo folle.
o forse è folle solo nel mio ricordo.
si festeggia fuori, su quel bel terrazzino che in dieci non ci stiamo.
e io ci sono, col passeggino e tutto. con un bimbo di tre mesi. coi miei chili in più, il mio viso stanco, i miei pochi argomenti e la mia voglia di essere altrove.
loro fumano erba, bevono vino.
io li guardo, no grazie allatto.
e sudo.
sudo da stare male.
perché è caldo, è estate, è luglio.
perché non so cosa ci faccio lì.
perché lei è la mia amica di tutta la vita, ma quella sera la sto perdendo, lo so.
perché senza di me non è lo stesso, ma io non sono la stessa non vedi?
non vedi che ho il seno grande? non vedi che ho le braccia grosse? non vedi che sono sperduta muta a disagio?
non vedi che sudo.
sudo talmente tanto da non riuscire a pensare ad altro, e quindi se penso a quanto sudo sudo ancora di più.
sono in un vortice.
sono all'inferno.
si, è l'inferno.
tutti belli, ordinati, truccati e con un bicchiere in mano. che ti guardano, mentre sudi. ti guardano perché sudi.
qualcuno mi chiede qualcosa, mi fa domande.
ma io sono toppo sudata per rispondere, ho il cervello in pappa.
riesco solo a pensare a quanto sia sudato il mio culo, a quel punto attaccato alla sedia.
e sono bloccata, incollata a quella sedia del cazzo.
se mi alzo si vedrà. la sedia sarà bagnata. dio, posso morire. rimango qui, seduta per sempre.

sono scappata.
ci ho messo un po' ad organizzare cose e saluti.
ma volevo solo far asciugare la sedia.
ero terrorizzata all'idea che qualcuno ci si sedesse e la trovasse umidiccia.
tutta la festa, per me, non sarà durata mezz'ora.
sono scappata perché non lo reggevo tutto quel sudore in mezzo a tutta quella gente asciutta.
sono scappata.
e ho camminato un po' per strada prima di tornare a casa.
non faceva molto caldo.
fuori di lì si stava di nuovo bene.


martedì 19 febbraio 2013

e poi ci sono sere

e poi ci sono sere.
che pensi e dici e parli e fai.
pensi, pensi, pensi.
per ore.
e ti chiedi.
soprattutto ti chiedi.
e poi ci sono sere.
come stasera.

che vorresti solo un vodka e bitter bianco.

giovedì 7 febbraio 2013

del giapponese

e allora aprono questo nuovo ristorante giapponese. chè ce ne sono pochi.
e ci vanno tutti, che si mangia bene, che è carino, che.
che se prenoti con un procedimento macchinosissimo che mi stanco anche a spiegarlo fanno la formula all you can eat a 20 euro a persona oltre dolci e bevande. che magari per provare se ci piace è una buona cosa, no?
e allora andiamoci anche noi. che non si è mai mangiato giapponese.
ci organizziamo da una settimana prima, prenotiamo in quel modo là, e andiamo.

certo, il pesce crudo l'ho assaggiato e mi ha stufato.
ho pasteggiato con un molto poco nipponico greco di tufo.
ho mangiato noodles e involtini primavera, che sono giapponesi quanto me, quindi magari potevo andare al cinese.
e insomma.
160 euro di conto in 4 (com'era la storia dell'all you can eat??) e telefonata terrorizzata della di lui sorella per improvviso risveglio della iena urlante bojo papààààààààààààààààà bojo papàààààààààààààààààààààààà.
quindi rientro di corsa a salvare la prole, sbronzi e, nel mio caso, anche un po' incazzata.

e sarà stato il fatto che ormai si esce poco. o che la compagnia era tra le mie preferite, o le tre bottiglie di vino in quattro. ma mi è piaciuto molto. nonostante.

mercoledì 6 febbraio 2013

buona vita



e niente.
lui si sposa.
e quindi passa a pieno titolo da ex fidanzato di v. a marito di (a proposito, marito di??)
e niente.
buona vita.




giovedì 31 gennaio 2013

l'australia

è stato il mio primo viaggio intercontinentale.
il primo, e non avrei più smesso.
avevo venti e pochi anni, mai uscita dall'europa. e australia.
mi fa ancora un po' impressione a dirlo così.
chè è lontana oh, l'australia.
il biglietto unmilioneeottocentomilalire.
soldi, erano soldi.
io recuperai solo quelli. per il resto avevo un fidanzato ricco.
no, avevo un fidanzato con un padre ricco.
facevano un cosa fighissima, quelli degli autonoleggi.
si chiama relocation. ti fittano un mezzo, ma tu devi portarlo entro una certa data in un certo posto. i tempi sono molto stretti, quindi non è che puoi rimanere 4 giorni nello stesso posto per dire, ma te lo fittano a 10 dollari anzichè a 100. è figo.
io l'ho girata così, in camper.
le autostrade a 6 corsie, le cascate, le isole di sabbia, la barriera corallina, la baia di sidney, gli aborigeni. ayers rock.
il deserto.
ce l'hai solo la prima volta. se ti dice culo al massimo il secondo viaggio ne hai ancora degli scampoli.
ma lo stupore, quello stupore non ti torna mai più.
guardare tutto come se non fosse vero.
che cammini con il naso in aria, che non ci puoi credere. che vedi cose.
che c'hanno le spiagge artificiali in centro città.
che tocchi i delfini, e fate il bagno insieme.
che sulla spiaggia ci sono i pellicani, coi loro occhi enormi, neri.
che anche ai tavolini dei bar ci sono degli uccelli, grandi, e colorati, e mai visti. e i cartelli non date da mangiare agli uccelli.
che il diavolo della tasmania esiste, ed è anche più brutto di quello dei cartoni.
che hanno il mare più bello del mondo, ma fanno il bagno solo guardando verso il largo. perchè gli squali mangiano davvero i pezzi di gente ingenua. e senza mai allontanarsi troppo dalla riva. e vestiti, ma questo non c'entra con gli squali.
che mentre dormivi buttavano giù le torri gemelle, ma tu lo avresti saputo con nove ore di ritardo. chè neanche ce l'avevi il cellulare.
e non sapevi più neanche se poi riuscivi a tornare a casa o se scoppiava la guerra e allora ciao italia, almeno per un po'.

che fu un viaggio di merda, a stare sempre coi biglietti pronti, a voler tornare a casa, stremata da litigi infiniti. da urla. da insulti. da schiaffi anche.

che vi siete lasciati al ritiro bagagli di fiumicino, poi.

e stasera mi torna in mente, e neanche lo so perchè.
o forse lo so.
è magnolia che mi riporta lì.
ma senza nostalgia.
solo un po' di tenerezza, per quella ragazzina con tutto il mondo davanti agli occhi e così poco alle spalle.
stasera mi manca, lei.

venerdì 25 gennaio 2013

viola

                                                                                                                                                                
si vede al sole.
sono proprio viola.
i capelli. viola. ecco.
so che capirete.

(del resto siete stati anche voi adolescenti   cit.)


giovedì 24 gennaio 2013

sospiro.

sono andata al cinema.
ieri.
a vedere django.
che ho amato per tutte e tre le ore, nonostante fossi, lo ammetto, scettica.
ma in tre ore non ho guardato l'orologio neanche una volta, quindi mi sa che se un film di tre ore non ti fa guardare l'orologio neanche una volta merita.
comunque la notizia non è questa.
la notizia è che sono andata al cinema.
dopo secoli.
millenni.
certo allo spettacolo delle sette.
e certo, ho dovuto promettere il mondo ai nonni in cambio di quelle tre ori serali.
ma ci sono andata.
e mi sono ricordata quanto mi manca.

sospiro.

martedì 22 gennaio 2013

delle banche

scopriamo oggi che mia nonna, 96 anni, NO VAN TA SEI ANNI, è andata in banca accompagnata da non si sa chi, forse una nipote, e ha vincolato dei soldi. ha comprato dei titoli. ha fatto degli investimenti.
poche settimane fa.
a novantasei anni compiuti da pochi giorni.

ora.
mio padre, che ha la delega sul conto, trova questi soldi in meno e chiede.
l'omino allo sportello, dopo un po' di nonsononpotreimaforsemaleièmapoilasignora si lascia scappare di avere consigliato lui alla nonna di diversificare.
cioè.
tu, omino della banca, vedi arrivare questa distinta signora di 100 anni.
cento anni cazzo ci rendiamo conto???
e credi sia una buona idea suggerirle di investire un po', così, signora facciamoli fruttare 'sti soldi.
me lo immagino.
che le avrà detto poi?
le avrà prospettato guadagni a due tre anni?
mentre a 100 anni si ragiona a due tre giorni alla volta.

comunque.
non riesco a smettere di sorridere mentre me li immagino là a discutere di investimenti e di futuro.

un applauso va alla nonna.

ma tutta proprio tutta la mia stima a lui, l'omino.
hai vinto, genio.

giovedì 17 gennaio 2013

vedi di non morire

figo.
molto.
a metà tra una puntata dei soprano e una sceneggiatura di tarantino.
bello bello bello.
e veloce.
e divertente.
bravo lui.*


*e brava ade che me l'ha fatto conoscere pure.

mercoledì 16 gennaio 2013

della muffa

oggi mi è venuto in mente di quella volta che ho lasciato un avanzo di pasta alla genovese in frigo per quasi tre mesi. l'aveva preparata la mia mamma, chè tornavo da un mese in messico e allora lei mi fa il pranzetto con genovese e mozzarella e parmigiana di melanzane.
solo che ne avanza un po', e allora metto la pentola in frigo. e poi dormita, fuso orario, e lavoro e ancora fuso orario e ciao genovese.
chè a quei tempi il frigo mica si apriva spesso, sempre a cena fuori o in giro o a lavoro o.
poi una sera mentre parlo con degli amici all'improvviso mi vedo la pentola avanti agli occhi, lì in basso sull'ultimo ripiano.
torno a casa, e timorosa apro il frigo. e la pentola.
delusione e sollievo, niente vermi e bestie strane. un po' di muffa e ciao.
e niente. butto pasta e pentola.

la morale di tutta questa storia è che il cibo in frigo non crea mostri, neanche dopo tre mesi e con una quantità di cipolla in grado di uccidere qualsiasi essere umano in buona salute.

ciao

domenica 13 gennaio 2013

follia profonda

sono basita.
innanzitutto perché mi è stato dato come fosse una perla rara.
e poi perché non riesco a capire chi mi ricorda.
forse faletti.
che arrivi all'ultima pagina del capitolo e lui sta là che cerca di montare una suspance assurda. per altro senza alcun risultato. e che dura fino al secondo rigo del capitolo successivo.
che poi, tutto sommato, la storia non sarebbe neanche tanto male, ma è che proprio non ci entri.
la scrittura ricorda quella di una ragazzina di terza media. la storia non ti coinvolge. il finale è inutilmente artificioso.
insomma, secondo me, una cagata pazzesca.
potrebbe anche entrarci che uscivo da nemesi di nesbo che è stato una figata, ma non credo.

poi ci sarebbe il suo primo libro, la psichiatra, che dicono cose belle.
vedremo.
non subito, che adesso il signor dorn lo odio un po'.

venerdì 11 gennaio 2013

n.1

dicevo un anno duro.
e lo è stato.
ma anche un anno pieno.
di cose, belle e brutte.
un anno di solitudine, tra bambini vicini e amiche lontane.
ma anche di crescita, tra fallimenti e rassegnazioni.
un anno intenso, e lungo, e dolce.
in cui ho imparato a conoscermi.
ho imparato cose di me, tante.

ora so che non so fare bilanci, mi fanno anche un po' paura, tutto quel contare e mettere e dividere tra più e meno, bello e brutto, buono e cattivo.
ma so guardarmi indietro. e intorno. e so essere felice di quello che ho. e so vedere quello che mi manca anche. riconoscendo quello che non ho perché sto ferma ad aspettare che arrivi, senza far nulla.
so anche mettere in fila buoni propositi. e riconosco di averne onorati molti.
so che ho perso l'orecchino al naso e non l'ho rimesso. e il piercing all'ombelico e ho finto di non accorgermene. chè sto diventando grande, e comincio ad avere il senso del ridicolo. non molto però.
so che sto per smetterla coi tatuaggi, ma non subito.
so che essere madre non mi basta. ma so anche che mi ha reso migliore di quello che ero.
so che cambierò ancora. e ancora.
e perderò altri pezzi. e altri se ne aggiungeranno.
chè è la vita.
so che ogni tanto mi piacerebbe ricevere dei fiori.
so che sarò sempre insoddisfatta, è il mio carattere. ma so che insoddisfatta non significa infelice.
so che crescere mi spaventa.
ma so che mi piacerebbe invecchiare con l'uomo che amo.

e so che da quest'anno mi aspetto molto, tante cose, importanti.

posso farvi gli auguri?