domenica 30 dicembre 2012

vale perde pezzi

ogni giorno, da mesi.
perdo pezzi che sembrano insignificanti.
perdo un pezzo ogni volta che non mi vesto tanto non devo uscire.
perdo un pezzo ogni volta che gli accendo la tivù che non voglio sentirli.
e ogni volta che lo odio perché lui va a lavorare e mi lascia in quest'inferno.
ogni volta che invidio chi ha meno di me, ma può andare a bere una birra se vuole.
perdo pezzi perché questa me non mi piace, e non sono io. ma lo sto diventando, e tra poco non ricorderò più com'ero.
perdo pezzi perché non lavoro, e non succedeva da 15 anni.
perdo pezzi perché sogno libertà, ma non ho più cose da farci.
un altro lo perdo quando vorrei scrivere, ma penso che non ho niente da dire.
un altro ancora quando lui torna, e io gli parlo di pappe e raffreddori e cacche e.
perdo un pezzetto quando a mezzogiorno penso già alle dieci, chè i bambini dormiranno.
un altro quando guardo quel vestito lì ancora con l'etichetta. che magari martedì lo metto, tutta vita vado ai giardinetti.*
o quando come stasera piango su una pappa.
che mi tolgono il fiato, mi sento soffocare.
voglio una leggerezza che non sarà mai più.
lo penso, lo voglio, non lo dico. e un altro pezzo mi lascia.
è stato un anno duro.
mi chiedo solo cosa sarò dopo tutto questo.
cosa si sarà salvato della vale che conosco. e che amavo.
e mi vedo ancora. che spillo birre e impasto biscotti.
ma l'immagine si sgrana. a volte la perdo, mi sfuggono i contorni. non sono più sicura che sia io in quei jeans.
è stato un anno duro.
poi andrà meglio, dicono.
chissà se ci sarò, quando andrà meglio.
spero che abbia ancora la voglia e l'entusiamo e la vita per fare tutto quello che volevo fare io, la vale che sarà lì al posto mio.



*mica ci vado davvero ai giardinetti oh.

giovedì 27 dicembre 2012

se ti abbraccio non aver paura

io non guardo la tv.
mai guardata.
ora meno che mai, che disney channel è il nostro unico dio.
una sera però, non so come, mi sono trovata faccia a faccia con daria bignardi. e con franco antonello. e la sua famiglia. e la sua storia che non avrei voluto sentire.
perché quando fai i figli non le vuoi più sapere certe cose.
perché ti smuovono un interruttore, dentro, mentre nascono, e tu non sei più la stessa. e allora sogni un mondo dove i bimbi non si ammalano, dove sono tutti sani e a nessuno manca niente. un mondo giusto diciamo.

lui è una bella persona, con un figlio autistico.
dell'autismo alla fine nessuno ne sa niente, e io men che meno eh.

io non ho dormito quella notte.
c'era una cosa che proprio non mi faceva riposare.
che lui, andrea, il ragazzo, fino a due anni e mezzo stava bene. un bimbo normale.
poi ha cominciato a non rispondere, a chiudersi, a starsene per conto suo, a non guardare negli occhi.
e ciao.

lui, il padre, dice che è stato il vaccino.
io non lo so, credo che nessuno lo sappia.
ma se domani mattina mio figlio comincia a guardarmi attraverso. a non volermi più abbracciare. a non ascoltarmi, io impazzisco. non è una supposizione la mia, è una certezza. non credo che sopravviverei.
lui, il padre sempre, è stato molto bravo.
è sopravvissuto.
e a un certo punto è partito per dei mesi in giro per le americhe col suo ragazzo.
e ne ha fatto un libro.
'se ti abbraccio non aver paura', appunto.
che io non avrei comprato.
è che è il mio primo ebook.
scelto apposta, immaginavo fosse veloce e scorrevole, per non soffrire troppo il distacco dalla carta (parentesi. F I G A T A)
e infatti lo è stato.
scritto a mio parere malissimo, come solo i libri scritti per interposta persona sanno essere.
e senza storia strappalacrime alle spalle avrebbe venduto tre copie. ai parenti, probabilmente.

ma loro sono belli, padre e figlio.
e il viaggio pure.

sabato 22 dicembre 2012

ti amo anch'io

buio, sera, abbracciati in un letto enorme. trattengo il respiro, ascolto, e trattengo il respiro.

piccolina mia

mentre mi accarezza la testa

amore mio

mentre mi bacia la nuca

mi sei mancata oggi

mi mantenevo per non farlo smettere, ma sul mi sei mancata ho riso forte. e lui gongolava.
ma dove le sente certe cose quel nano malefico di mio figlio??


mercoledì 19 dicembre 2012


- Signor Komatsu, se ci si trova a viaggiare su un aereo che sta precipitando, per quanto uno possa stringere bene le cinture, servirà a ben poco.
- Ma almeno darà un certo conforto.


murakami haruki   1Q84

giovedì 13 dicembre 2012

oui madame.

prima lezione di francese.
e tutto va bene.

solo mi chiedevo se erre moscia e mazza in culo sono obbligatorie.

domenica 9 dicembre 2012

io non c'ero

la mia migliore amica si è sposata.
e io non c'ero.
si è sposata dall'altra parte del mondo.
ma non c'entra, io non c'ero.

l'ho vista mentre si truccava.
era bella. e radiosa.

e io non c'ero.

mi è mancata, il giorno del suo matrimonio.
chè non doveva andare così, che non dovremmo essere così lontane noi.

spero di non esserle mancata anch'io, nel giorno del suo matrimonio, come lei è mancata a me.
spero non avere intristito, con la mia non presenza, un giorno di sorrisi.

giovedì 6 dicembre 2012

lo scalpellino

dite la verità, ho rotto il cazzo coi post sui libri??
è che sto leggendo troppo.
è che sto recuperando.
è la prima cosa della mia vita di prima che sta tornando al posto suo.


e comunque questa qui è brava.
ero a metà, e ho fatto le sei del mattino per finirlo. che poi è arrivato il bimbo nel lettone e ho dovuto spegnere la luce, quindi le ultime venti pagine hanno aspettato un altro paio d'ore. chè mica c'ho diritti, io.
certo, mi sono chiesta a cosa pensava mia zia mentre me lo consigliava, chè ci sono solo neonati urlanti, bambine morte, madri in depressioni post-partum.
come se io non avessi figli, insomma.
ma comunque ve lo consiglio. un bel giallo.
soliti paesaggi nordeuropei e nomi impronunciabili. ma ti monopolizza un po' i pensieri.
in ebook magari, perché come mi ha fatto ultimamente notare un comune amico, alcuni libri vanno letti ma magari non valeva la pena di abbattere degli alberi per leggerli. (e quindi che sappia, l'amico, che sto per convertirmi anch'io)


e niente. post confuso. come me del resto.

mercoledì 5 dicembre 2012

trentacinque anni oggi

trentacinque.
trentacinque?

cazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzo

a lettere, chè a numeri fa ancora un po' paura.

e niente.
tanti auguri a me.

martedì 4 dicembre 2012

wordpress mi odia. ricambiato.


You are posting comments too quickly. Slow down.

me l'ha detto davvero.
ero lì che cercavo di commentare un post di ellabella e lui (wordpress) mi ha aperto questa finestra e mi ha detto di stare calma.
e io credo di essere alla frutta se anche wp pensa di potermi dare consigli.

comunque mi ha fatto talmente ridere che non ho più commentato.
ellabella capirà.
tanto più che avevo scritto un solito sticazzi.

domenica 2 dicembre 2012

in caso di disgrazia

l'ho finito già da un po', due settimane forse.
e non lo ricordo più.
non mi è dispiaciuto. ma mi sono chiesta perchè.
perchè l'ha scritto, che voleva.
ma, in tutta onestà, credo sia mia la colpa.
non mi accanirò, chè si è comunque fatto leggere in poco.
però insomma, perplessa lo sono.

venerdì 30 novembre 2012

ho visto

sono andata. sono tornata.
e non ho cambiato idea, anche se un po' ci speravo.
speravo la paura mi frenasse.
speravo il posto mi intristisse.
ma.
ho visto delle cose.
cose inimmaginabili.

ho visto gente che paga il 4% di tasse sullo stipendio.
ho visto banche che concedono mutui. 1% tasso fisso.
ho visto parchi puliti.
ho visto agenzie di lavoro che trovano lavori.
ho visto medici pubblici che paghi 44€ e poi lo stato te ne rimborsa 40.
ho visto nidi privati con rette in proporzione al reddito.
ho visto piste ciclabili.
ho visto banche che concedono prestiti. fino al 35% della busta paga. senza neanche chiederti che devi farne.
ho visto scuole materne in cui si imparano 5 lingue.
ho visto italiani felici, che sorridono dei nostri politici.

ho visto gente che crede ancora nel futuro.

mercoledì 28 novembre 2012

io tornai.


e vedo che vi siete divertiti nel frattempo.
ma mi fa piacere eh, sia chiaro.
non so come siete arrivati qui, ma sono felice di avervi deluso.

e spero che l'abbiate trovata poi, la troia tailadese.






martedì 20 novembre 2012

vado

io vado.
vado a vedere, per ora.
vado a capire se davvero si può.
vado a immaginarmi in un altro posto.
vado a sognare di regalare un futuro ai miei figli. e a me, che me lo merito.
vado perchè sogno di poter comprare una casa, o anche solo di poter lavorare.
vado perchè non voglio più invidiare chi può assicurare un motorino.
vado perchè vorrei insegnare ai miei figli l'amore per il proprio paese, e finchè sto qui non ne sarei capace.
vado perchè il sole il mare e la pizza non bastano più.
vado perchè chi va poi non torna piu.
vado.
e spero sia un inizio.
spero di averne il coraggio.
voi tifate per me.

io vado.

domenica 18 novembre 2012

il pettirosso

più che letto, bevuto.
quattro giorni per leggere circa 500 pagine. intrise di un bel po' di storia, che per me è sinonimo di noia mortale.
e nonostante, voglia di tornare a casa e leggere leggere leggere.
i bambini hanno mangiato tardi, io non ho dormito e lui ha fatto più di una conversazione da solo mentre io annuivo ignorandolo completamente.
era un bel po' che non mi perdevo tra le pagine di qualcosa fino a questo punto.
centellinerò i suoi altri, per farli durare.
per fortuna è un autore prolifico.

ah, mi tocca dirlo, forte e chiaro.
ford aveva ragione. avrei dovuto dargli più fiducia e leggerlo prima.

sabato 17 novembre 2012

certe cose

chè a volte certe cose ti feriscono.
e ti fanno tanto di quel male.
che non sai come uscirne, da quel dolore. da quella rabbia.
chè non sono mica così gravi, quelle cose.
ma fanno male. tanto.
chè tu sei così. fatta male, direbbe qualcuno. ma su alcune cose non ci passi proprio.
chè tu non le faresti mai, quello è il problema.
chè tu non saresti mai capace di non pensarci, che fanno male quelle cose lì.
e poi vorresti uscirne, e non sai come fare.
chè lui viene sempre prima di tutto il resto, per te. chè è questa la famiglia poi.
e tu non vieni mai prima di tutto il resto, poi.
chè non sono cose gravi. ma fanno male.


lunedì 12 novembre 2012

storia di un corpo

mi sa che i vecchi amori vanno lasciati lì, senza disturbarli.
senza sporcarne il ricordo.
perchè non so più, dopo così tanti anni (almeno dieci forse anche quindici) se sono cambiati loro o se sono cambiata io.
ma la colpa non sta mai solo da un lato, no?
comunque, se non avessi dovuto scongiurare il divorzio chiudendomi nel silenzio, non l'avrei mai finito.
non in cinque giorni almeno.

ciao ciao pennac, anche a te.
e grazie per avermi angosciato con storie di vecchiaia e decadenza.

sabato 10 novembre 2012

vandalo dixit

saina hai papito??
devo fare i bannietto a te. sei sporca di pappa.
perchè...
perchè...
perchè...
sei la mia migliore amica ecco.
papito?
danni un bacio.
qua, in fonte.
ecco, sei babissima..

giovedì 8 novembre 2012

mio fratello

se mi vedete leggere libri di merda, non infierite.
è che ho aiutato mio fratello a sgombrare casa.
(mio fratello è una di quelle persone col dono innato di farsi fare qualunque cosa da chiunque. senza muovere un dito. e facendoti anche sentire una merda se non lo fai. meriterebbe un post a parte, mio fratello. forse un blog a parte. comunque).
quindi io gli ho liberato casa mentre lui faceva le sue cose. cioè non è neanche venuto. mi ha solo detto, stancandosi moltissimo già solo a pensare di sgombrare casa, 'butta tutto. no, davvero, non voglio niente. prendi quello che vuoi e poi butta tutto'.
che se consideri il fatto che lui è uno shopper compulsivo dai gusti costosissimi e che ha lasciato casa dalla sera alla mattina come se l'avessero rapito gli alieni, puoi immaginare il paese dei balocchi in cui siamo atterrati.
(cioè lui una sera è andato a dormire a casa della donna ((che a sua volta vive con la famiglia)) e non è più tornato a casa. mai più. e si è sposato, e ha avuto un bimbo. e non è più tornato a casa. e sta nella stessa città, napoli tra l'altro mica los angeles. cioè. paga ancora le bollette eh, se qualcuno se lo chiedesse. e sono passati QUATTRO anni. ed è tutto vero)
e quindi niente, lui ha giocato a gira la moda con scarpe (nuove e del suo numero. che non è anche il numero di mio fratello, che però essendo un compulsivo patologico compra anche se non è il suo numero), giacche, camicie. e poi tecnologia varia e vinili e cd. e io libri e dvd. che non potevo buttare né far marcire in scatoloni abbandonati chissà dove.
solo che ho anche scoperto che mio fratello legge, ha letto, tutta una serie di oscenità sull'harmony andante. dove la parola 'amore' nel titolo è un obbligo. e il rosa pallido la fa da padrone.
e quindi niente.
leggerò della merda, a brevissimo.
forse.
o forse non ne avrò il coraggio.
o forse la leggerò e non avrò il coraggio di dirlo.

ma comunque mio fratello ha un cuore. ed è questa la vera notizia.

martedì 6 novembre 2012

il quaderno di maya

è che la allende io la amo.
ma non raggiungerà mai più i livelli di evaluna, la casa degli spiriti, di quelle cose là insomma.
però si fa sempre leggere.
i paesaggi, sfondo e insieme protagonisti dei suoi romanzi, sono incantevoli.
le leggende di quei luoghi, di cui lei fa abuso, ti tengono comunque incollata alle sue pagine.
ma no, niente a che vedere coi suoi libri, quelli veri.
eppure la perdono.
lo faccio in nome del nostro passato.

lunedì 5 novembre 2012

le vite degli altri

immagino sempre dei segreti inconfessabili nelle vite che incrocio.
immagino vizi ridicoli o paure ingiustificate.
costruisco storie da un paio di mani. o da una borsa.
di solito sono storie tristi.
lo faccio da che ho memoria.
da quando ragazzina tornavo a casa da scuola in metro. e osservavo la gente.
a volte vorrei non farlo.
a volte mi rovino la giornata.
come ieri.
che c'erano questi due, venuti a stare da me per 5 giorni, francesi.
un uomo e una donna. lui di origini italiane, napoletane.
lei grassa, brutta anche.
lui preciso, pulito, ordinato. impeccabile.
lui non ha mai incrociato il mio sguardo.
quelli che non ti guardano negli occhi io li trovo inquietanti.
come se se davvero gli occhi fossero lo specchio dell'anima uno che non ti guarda non ce l'ha un'anima. o non vuole fartela vedere.
comunque.
lui non mi guardava. non mi ha mai guardato, neanche una volta. e stavamo lì a gestire formalità, soldi, documenti.
e lui occhi a terra.
e allora sono andata via e pensavo che lui era un maniaco ossessivo e paranoico e quelle robe là che mi faceva trovare la grassona fatta a pezzi nella vasca.
e invece dopo i 5 giorni torno a prendere le chiavi e la grassona era ancora viva.
e loro avevano usato tutti e due i letti.
ma uno era praticamente solo scoperto, con le lenzuola pulite e ordinate.
e allora gli ho visto dentro lo stesso a lui, anche se non mi aveva guardato negli occhi.
nessun mistero, nessuna paranoia, nessun serial killer.
solo un uomo medio con l'amante.
che si vergognava.
che finge di aver dormito in due letti.
finge con me, che solo gli ho fittato l'appartamento.
un uomo medio che non li alza più gli occhi, chissà da quanto.
e mi è venuta addosso tutta la tristezza del mondo.

e niente.

preferivo il serial killer.

domenica 28 ottobre 2012

mi raccomando: tutti vestiti bene

è stato un regalo.
mea culpa, lui non l'avevo mai sentito nominare.
e in effetti, non mi sarebbe mancato.
che poi alla fine mi sono anche affezionata al tipo, chè io sono una sentimentale. no?
ma prometteva grosse risate, e invece no.
mi ha solo molto annoiato.


ford, perdonami. il pettirosso aspetterà ancora.

giovedì 25 ottobre 2012

conversazioni. surreali.

e ti sei divertito oggi a scuola?
si si.
c'erano anche gli altri bimbi?
si si.
e c'era stefano?
si si. e c'era anche giulia.


ecco giulia, guardati le spalle. se fai soffrire mio figlio, io ti uccido.

martedì 23 ottobre 2012

ci sono momenti in cui penso che manca poco.
manca poco a non aver più nulla da dire.
succederà, lo so che succederà.
starò lì, ascolterò discorsi e non riuscirò a pensare a niente.
avrò il cervello atrofizzato, irrimediabilmente.
succederà, lo so.
molto presto anche.

mercoledì 17 ottobre 2012

mancanze

eravamo quattro.
con una birra in mano ci raccontavamo le vite.
partivamo, lavoravamo, ci innamoravamo. insieme.
ridevamo.
e crescevamo.
mentre il mondo intorno cambiava.
sceglievamo i nostri futuri.

e fa sorridere a pensarci ora, che io ridevo dei loro sogni.
chè loro parlavano di futuri coi passeggini, gli stessi uomini di allora.
le domeniche in famiglia. i bambini sui tappeti.
e io ridevo. e inorridivo.
e mi facevano paura quei sogni lì.
chè non mi vedevo da nessuna parte.
inquieta, insoddisfatta.
mai ferma, mai piena, mai calma.
io che volevo girare il mondo, io che non volevo invecchiare.
che ho troppe cose da fare, per fermarmi in un posto solo. con un uomo che sia per sempre. in una vita che sia solo quella.

e non le abbracciavo, e non le baciavo.
e non parlavo di sentimenti, chè nessuno me l'aveva insegnato.
e non ho mai dubitato di averle sempre nella mia vita.

ora non ci siamo più.
ci sono rimasta solo io.

g. è scappata. dalla tristezza, e ora è felice. e i nostri figli non saranno mai amici.
s. scappa ancora, da se stessa. lei che sognava abiti bianchi e decine di figli. ora ci parliamo a nove ore di distanza. noi che abbiamo diviso tutto.
f. è scappata da me.

perché la vita ti fa delle cose.
e tutto quello che credevi per sempre sparisce, nello sguardo di un uomo a volte.

e allora devi scegliere.

e quasi mai sono indolori quelle scelte.
ma scegli, rinunci, riordini.
e perdi dei pezzi.

e quei pezzi ti mancano.
e ti continuano a mancare.
ogni cosa bella, ogni cosa brutta.
c'è un vuoto, là in fondo.
c'è qualcosa che non c'è, anche quando non ci pensi più tu.

e non sai se ti manca lei. o se ti manchi tu com'eri con lei.

ma fa male, ancora.

e non l'avresti mai detto, che un giorno non ci sareste state più.
e invece.

domenica 14 ottobre 2012

tu sei il male

è un libro di quasi 700 pagine.
e l'ho letto in meno di una settimana.
è un romanzo d'esordio. e di un italiano.
è avvincente, veloce.
è bello. non clamoroso.
protagonista affascinante. spesso un po' forzato.
ci sono troppi nomi, e io sto invecchiando, quindi ogni tanto mi sono persa.
ma mi ha fatto rimanere sveglia più di una notte. nonostante tutta la stanchezza del mondo.
e poi diciamocelo, io davanti a una marsilio vintage perdo un po' di oggettività. chè mi piacciono proprio.
ma no, non lo regalerei.

giovedì 11 ottobre 2012

io non me li ricordo più i miei sogni di bambina.

io non mi ricordo neanche più se ce li avevo, i sogni.

lunedì 8 ottobre 2012

le fate

oggi ho portato il vandalo a scuola.
per un'ora siamo stati lì, tra tappeti e costruzioni.
il tempo di farlo ambientare.
il tempo di fargli conoscere gli attibimbi.


posso venire in baccio?
si tesoro, come ti chiami?
maria.
(non puoi abbracciarmi così tesoro. quanto ti senti sola, se mi abbracci così, ed è la prima volta che mi vedi)


il tempo di dire torniamo domani, senza punto interrogativo.
il tempo per farmi ricordare tutti gli odori di quando ero bambina. la solitudine di quelle mattine d'autunno. il vuoto nello stomaco, il freddo nel cuore.
tutti quei bimbi, così sperduti, così soli. minuscoli, costretti a crescere. di già.
mi torna in mente tutto, perché io non ci volevo andare a scuola. io volevo stare a casa con la mia nonna. e non mi importava che ci fosse mio fratello una classe più avanti, io volevo andare a casa. prima possibile.
e allora penso che lo faccio per lui, che gli piacerà stare lì a giocare. in compagnia di suoi coetanei. non sempre con nonni e genitori.
ma.
io non ci volevo andare a scuola.
e allora mi viene il magone.
a pensare a lui là, che magari neanche lui ci vuole andare a scuola.
che deve mangiare da solo.
che deve fare la pipì da solo.
che se si sente triste e mi cerca, non mi trova.
e lo so che ci vanno tutti a scuola.
ma lui è il mio bambino.
e io c'ho il magone.
e penso a tutto quello che dovrà affrontare nella vita, a prove più grandi di questa. a tutte le volte che vorrò proteggerlo e invece dovrò lasciarlo andare.
alla prima ragazza che lo farà soffrire, e a me che non potrò ammazzarla.
a quando uscirà la sera, e io mi sentirò morire finché non tornerà.
penso a mia madre, penso a come deve essere stata dura.
e vorrei tenerli così per sempre, piccoli. piccoli. o almeno ancora un altro po'.
solo ancora un po'.
solo finché non mi passa il magone.

a me.
lui sorride.


amore, andiamo a casa?
no no mamma. tu. io resssto ccà a ocae.
amore, torniamo domani.
no. tu. io ccà.

venerdì 5 ottobre 2012

vinsi


chiariamo una cosa, a me premi e catene e cose non mi piacciono.
ma.
se a premiarti è uno come ford non puoi fare finta di niente.
chè lui è quanto di più simile a un amico si possa trovare da queste parti.
e poi credo che tutto sommato possa servire a far girare un po' di nomi.
e quindi sto qua, a partecipare stravolgendo le regole. ma partecipando.
le regole appunto.
regola numero uno: citare chi ha inventato il premio. Roberta-Roby Beauty,  se ford avesse messo il link ora saprei anche chi è. ci perdonerà.
regola numero due: citare chi ti ha assegnato il premio. fatto.
regola numero tre: premiare altri cinque blog.

allora.
non premierò i miei preferiti, chè già si sa che li amo.

ma pioveranno diamanti su:
- red, che non ho capito ancora bene di che vuole parlare. ma lo fa molto bene.
- mami, perchè è molto bella e molto vera.
- alessandro, perchè odierà questo premio. ma dovete assolutamente leggere quello che ogni paio di secoli scrive.
- la cincia, perchè mi fa troppo troppo ridere.
- ale13, perchè finalmente mi ha messo nella sua blog roll. ma anche perchè gioca a fare lo sfigato e invece è molto figo.

e a questo punto dovrei mettere una canzone che parla di diamanti. o che ce l'ha nel titolo. o che ce li ricorda.
o sticazzi.

*che poi chi ci credeva mesi fa che a un certo punto volevi bene a gente che non avevi mai visto e stavi qua a fare cose a dire fatti con degli sconosciuti. spesso molto più vicini di chi ti mangia accanto. così, per dire.

**ma sarà la blog roll o il blog roll??

giovedì 4 ottobre 2012

l'eleganza del riccio

e niente.
ero sola a casa.
i rompicoglioni finalmente a letto.
l'ho visto, e ho fatto finta di niente.
ci sono ripassata vicino, e ho tentato di distrarmi.
poi mi sono detta, leviamoci 'sto dente.
e ho cominciato a leggere.
e mi sono schiodata da pagina 80.
e.
e l'ho finito.
cercando tra le parole somme verità.
aspettando ad ogni pagina che prendesse il volo.
aspettando ad ogni pagina che cominciasse a vivere di vita sua.
sperando mi lasciasse qualcosa.

l'ho finito, ma non ho cambiato idea.

domenica 30 settembre 2012

il primo sorriso del giorno

sei triste?
mmm
non dovresti. hai me.
mmm
no davvero, sei triste?
un po'
non dovresti. eri sprecata lì dentro.


sabato 29 settembre 2012

non sono pronta.
stasera mi chiuderò la porta alle spalle. ho avuto molto tempo per prepararmi.
ma non sono pronta.
la giustizia, l'inevitabilità di una decisione non ne fanno una decisione facile.
stasera siamo qui fino a mezzanotte.
a parlare, spiegare, giustificare.
la notte bianca. e triste.

viaggio sul filo del melodramma.
ma è solo perché non sono pronta.

giovedì 27 settembre 2012

3.odio

hai il codino (che cazzo, è il 2012)
per strada parli al telefono e urli
sei il re dei moralizzatori
fai le domande e non ascolti le risposte
cominci ogni frase con io
indossi il marrone (ma che è, uno scherzo?)
hai cattivo gusto
ostenti
hai una monovolume e un cane (praticamente sei il sogno americano)
porti l'orologio
avevi uno slip bianco. tra l'altro in bella vista
sei bugiardo
bevi decaffeinato
sei intriso di perbenismo fino al midollo

e stamattina, mentre non ci ascoltavamo a vicenda, cercavo qualcosa di te da non odiare.
magari se non fossi stata già così incazzata, avrei potuto sorridere di te. del fatto che un tempo mi piacevi.
e invece mi ha invaso la tristezza. una tristezza enorme.
me lo dici tu come ho fatto a stare con te?
di che parlavamo?
parlavamo?

e soprattutto, me lo dici che cazzo ci facevi fuori al mio negozio?

martedì 25 settembre 2012

è cominciata l'ultima settimana di negozio.
è cominciata mentre faccio finta che non sia l'ultima.
con lo spettro di giardinetti, feste di bambini e riunioni bimby che aleggia su di me.
non sono molto brava a fingere o a rimandare. non riesco a non pensare al mio tempo, che si dilaterà all'inverosimile.

ma poi, almeno, settembre è sempre un mese un po' così, con tutte le cose che rimandi da un anno.
ho milioni di cose da fare.
(milioni)
tipo ricominciare a correre.
o andare dal dentista.

e quindi oggi ho sistemato i bambini un po' in giro, non ho mangiato, sono tornata a casa per un quarto d'ora e fuori di nuovo. sempre di corsa mi sono arrampicata fino a lassù (dove lassù è a un chilometro da casa mia, e tutto in salita) e ho portato il culo dal ginecologo.
per scoprire dalla bocca della asettica e annoiata segretaria di aver sbagliato giorno. in realtà sia giorno, sia ora.

e niente.
non riesco a smettere di bestemmiare.

mercoledì 19 settembre 2012

ci penso

ci penso. ogni giorno, ogni santo giorno.
per un motivo. o per un altro.
quando mi fanno incazzare.
quando non mi fanno dormire quanto vorrei.
quando vorrei andare al cinema.
quando vorrei mettere lo smalto, e ci vogliono settimane.
quando vorrei vedere i miei amici.
quando urlano.
quando piangono.
quando vorrei del tempo che sia solo mio.
quando la sera dormono, e io sono troppo stanca anche solo per pensare di fare una delle mille cose che ho rimandato a quando avrebbero dormito.
quando la sera sono troppo stanca anche solo per cenare.
quando ci addormentiamo prima di loro.
quando è il compleanno, perché odio le feste di bambini ma mi hanno detto che rubare una foto con la torta di un'altro bambino e metterci la faccia dei tuoi figli non è etico.

ci penso a tutto quello che non faccio più. e a tutto quello che farei, perché mi manca eccome.

ma.
è un attimo. vedo quella mano. piccola e grassoccia. e non è perché è tenera, non è perché è piccola.
è perché è l'esatta fotocopia della sua mano. è quello che mi fotte, ogni volta. trovare pezzi di noi in questi due esserini minuscoli.
ora è la mano. poi è il profilo. o una fossetta.
è scoprirne una ogni volta, nel suo ripetersi da madre a figlio, da te a lui. e ogni volta è sconvolgente la forza di questa rivelazione.
che quei due li hai fatti tu. li hai fatti proprio fatti, come creta. non c'erano, e poi c'erano. crescono, ed è un miracolo che si ripete ogni giorno, sotto i tuoi spesso distratti occhi.

e allora si F., ci penso. ogni giorno. ma senza voler essere altrove mai, neanche un momento.
che è questo che da un senso a tutto il resto.
e credimi, è il senso della vita. davvero.

e ora vomitate pure.

sabato 15 settembre 2012

l'ora della verità

è in quel momento che capisci.
è in quel momento
(non mentre stai morendo. non mentre fai del sesso divino. né mentre ti sbronzi su una spiaggia caraibica)
che ti passa tutta la tua vita davanti agli occhi.
è in quel momento che veramente finisce un'era.
e ti domandi dove hai sbagliato. e ti domandi quando è successo. quando la tua vita si è trasformata in quella cosa lì.
è in quel momento che accetti quello che già avevi intuito, i tuoi figli si sono presi tutto.
e con questo anche la dignità.
lo capisci mentre sei lì, ad applaudire ad uno stronzo in un vasino dalla forma improbabile.

amen.


[ultimamente parlo solo di merda. è che ne siamo invasi, circondati, sopraffatti. e non è una metafora]

giovedì 13 settembre 2012

notte time (cit.)

è tutto vero.
l'hanno fatto.
giuro che l'hanno scritto.

tu, ti sei superato. davvero. sei andato oltre l'odio, oltre l'imbarazzo, oltre il fastidio.
ecco, hai vinto.

mercoledì 12 settembre 2012

solo un anno

un anno fa dovevo convincere un ragazzino abbronzato di essere in travaglio.
era un anno fa che 'senti, qui non c'è traccia di contrazioni. va' a casa, rilassati'
era un anno fa che 'senti, lo so com'è una contrazione. chiama un dottore. uno vero. il mio, per esempio.'
un anno fa mentre andavo mi sono fermata a comprare un gelato. cono grande crema catalana e miele e mandorle. con cioccolato fuso e panna. e non avevo fazzoletti in macchina e sono arrivata in clinica sporca da fare schifo. senza vergogna.
un anno fa non ho dovuto neanche chiamare i miei, chè stavano un piano più su da mio fratello che diventava padre.
era un anno fa che due ore dopo ero in sala parto, a implorare un'epidurale che non è mai arrivata.
era un anno fa che a un certo punto ho deciso di non voler più partorire. e allora mi sono avvilita. che come fai se non vuoi partorire. ma era l'unica cosa che riuscivo a pensare, non la voglio fare.
un anno fa pensavo al mio bambino, a casa con la nonna. che se si svegliava io non c'ero. che per tre giorni non c'ero.
e poi tornavo a casa con una sconosciuta.
era un anno fa che 'la placenta non esce, dobbiamo addormentarti'.
un anno fa mi dicevano che non avrei dovuto più fare figli.
che io non ne voglio più, ma.
un anno fa diventavo madre per la seconda volta. come se fosse la prima. forse è sempre come se fosse la prima.
era un anno fa che a quest'ora la iena non c'era. e poi c'era.

ed è un anno che provo a farti da madre. chè sei difficile, diffidente.
chè sei mai contenta, sempre incazzata. e chissà a chi somigli.
e vorrei dirti che io ci sto provando. che non è facile. che non è vero che ce l'hai dentro.
lo devi imparare.
ad amarli i figli. a capirli. ad esserci.
ad essere severa ma giusta.
dolce e ferma

a diventare madre rimanendo la donna che eri.

e allora perdonami.
per tutte le volte che non sono paziente.
per tutte le volte che non ti sorrido.
per quando non ti vedo.
per quando non sono all'altezza.
per le volte che non ti sento.
per tutte le volte che vorrei essere altrove.

perdonami, chè la tua mamma sta imparando. chè la tua mamma sta crescendo, insieme a te.
perdonami ma non dubitare mai di essere la cosa più importante della mia vita.

tanti auguri Sara. buon compleanno amore mio.

lunedì 10 settembre 2012

sputtaniamo la nonna

avete presente kevin spacey nell'ultima scena dei soliti sospetti?
quando allontanandosi smette di zoppicare e comincia a camminare normalmente.
quel momento di altissima arte.
ecco. mia madre.
sono convinta che quando non ci siamo nè io nè i bambini in giro lei cammini benissimo.
solo che ha riscoperto il piacere di essere libera, senza gente sotto il metro davanti al cazzo.
e quindi ha organizzato il bluff del secolo.
ma la sputtano. sono troppo stanca per fargliela passare.
si si, la sputtano.
appena si rilassa, io sarò là.

giovedì 6 settembre 2012

stronzetto alla riscossa

se tuo figlio di due anni, quasi muto fino a attimi fa, ti si avvicina e candidamente ti comunica di aver 'cacato', forse è arrivato il momento di accettare che hai un problema col turpiloquio. e di affrontarlo.

martedì 4 settembre 2012

sono giorni

sono giorni strani. veloci. pieni di cose, di pensieri.
sono giorni di organizzazioni. di conti, di fatture. di sconti.
di cambiamenti. veri.
di preparazione. di saluti e cose nuove.
sono giorni di fare finta di niente, che tutto sarà sempre là.
e giorni di non vedo l'ora che tutto sia finito, anche se non è vero.
giorni per dire ad alta voce cose che si sanno da mesi. ma che tenevi per te.
giorni che vorresti essere muta.
giorni di gente che non vorresti vedere.
di gente che non capisce. di gente che dovrebbe governare il nostro paese.
di gente che dice cose stupide, e di te che finalmente puoi rispondere.
di gente che 'e io ora come faccio dove vado per esempio dove andavi ieri brutta stronza che in un anno avrai speso dieci euro quindi che cazzo te ne fotte se chiudo'.
di gente che 'questi non capiscono niente'. loro.
sono giorni di tristezza. e di fallimenti che pesano come montagne. tutte sulle mie spalle.
di domande, che mai avranno risposte.
di se sospesi nell'aria.
di tanto tempo per pensare.

e nel frattempo, faccio l'affittacamere.
e sogno il mio bar, dove sfornare biscotti.





mercoledì 29 agosto 2012

M.

non era così che doveva andare.
e invece mogli e figli e famiglie e natali e pasque e feste comandate e assicurazioni sulla vita e fondi pensione.
e lavoro e mutuo e vacanze al mare che lo iodio fa bene. 
stavolta è tutto diverso.
tutto uguale.
stavolta non si torna indietro. stavolta facciamo figli. compriamo case. compriamo cose.
ma io non ti amo, sai? non ti amo. non ti amo più. non ti ho mai amata.
ecco, l'ho detto.
e già va meglio.
e già è più facile, ricominciare.
che poi lo so che resto qua.
con te. con voi.
fino a disprezzarmi. un altro po'. un po' di più.

tu, però, perdonami.

lunedì 27 agosto 2012

niente

ecco, appunto.
niente.
120 pagine e un mese per leggerlo.

sabato 25 agosto 2012

del nulla

non posso scrivere.
sono circondata.
braccata.
continuamente.
figlio figlia o compagno non mi mollano un attimo.
il pc è un miraggio.
con l'iphone è una follia anche solo pensarlo.
e niente.
in questo momento tutti dormono. ma devo andare. prima che mi si insospettisca l'uomo.

che poi, diciamocelo, non succede veramente un cazzo.
a parte il fatto che odio tutti quelli che sono col culo in acqua in qualunque luogo che sia a più di mezz'ora di auto da casa mia.
ah. e ieri sono andata alla posta. e la tipa allo sportello numero 3 faceva la settimana enigmistica. mentre io aspettavo. ho le foto. se mi fanno incazzare le pubblico.

giovedì 16 agosto 2012

2.odio

O DIO
ODIO
O DI O
mortalmente. visceralmente. mostruosamente.
qualsiasi parola seguita da trattino time.
caffè time
doccia time
aperitivo time
birra time
pizza time
palestra time

ODIO

punto primo. cosa ti fa pensare che mi possa interessare che tu stai entrando nella doccia. certo magari dovrei abbandonare ogni mira voyeuristica e cancellare l'iscrizione a facebook. ok, colpa mia. facciamo finta che mi interessi quello che stai facendo (maddai, come può essere interessante la tua doccia! okkei okkei, dobbiamo fare finta)
punto secondo. stai entrando nella doccia. e nudo come un verme, apri l'acqua. e prendi il telefono. resta un mistero come questa possa sembrarti una buona idea.
ma.
siamo italiani.
e allora.
perché.
perché non dire 'vado a fare la doccia'.
perché???
che già ci obbligate a tollerare scempi tipo docciarmi fonarmi. che ogni volta è un dolore. come di una
ferita vecchia, in fondo allo stomaco. sono i miei cinque anni di liceo classico che mi fanno male.

ma niente. il trattino time lo odio, non perdono.

ma io, si sa, sono antipatica.

ora vado, ho una bottiglia di falanghina ghiacciata che mi aspetta a bordo piscina.

sbronza time.



*è per questo che il suo blog mi piace tanto. chè avrei voluto trovarlo io un nome così figo. quasi quasi glielo chiedo. devo solo aggiungere una v.

martedì 14 agosto 2012

agosto.

e giornate del cazzo.
che fa caldo, e non si va al mare. (e non voglio sentirmi dire che io le ferie già le ho fatte)
è agosto. e sto in città. con quaranta gradi. e due bambini indemoniati. e un compagno tendente al depresso.
e un bambino di oltre due anni che non vuole togliere il pannolino. con motivazioni nobilissime tra l'altro (mamma, io sono troppo piccolo) ((per l'occasione ha parlato anche in italiano perfetto))
e vorrei tornare al lavoro, che sono stanca stanca.

e stasera, mentre passeggiavo (arrancavo) su strade deserte (ma la crisi??) pensavo che non vedo l'ora che i nostri amici abbiano dei figli. che noi saremo già fuori del tunnel, e li guarderemo con compassione e tenerezza. che loro staranno cominciando con nottate e pannolini e latte in polvere e svezzamenti. e noi saremo liberi, di nuovo, più o meno.

e niente. che non sono via, fuori, in ferie, in vacanza. sono solo incazzata. ecco.


martedì 7 agosto 2012

di noi

latte e pane?
si. e anche coca e yougurt.
non posso, sono già fuori.
.
.
.
ah, okkei.


ecco, io credo che è per cose così che chi non divorzia è un eroe.
perchè io avrei dovuto dire e che cazzo mi hai chiamato a fare. e invece ho detto ah, okkei.
ma.
quante conversazioni così puoi 'gestire' in una vita sola.
non lo so. credo non molte altre, io.

venerdì 3 agosto 2012

la lingua perduta delle gru

il vandalo ha cominciato a parlare un sacco.
discorsi lunghi.
viene, ti guarda. e racconta cose.
incomprensibili.
tu afferri tipo una parola, e da lì interpreti, inventi, chiedi, giri intorno, sperando ti diventi chiaro almeno l'oggetto della conversazione. e alla fine ti arrendi. e fai finta di capire.
fino a poco fa faceva il timido, non diceva, non ripeteva. e allora mi chiedo cos'è che gli ha fatto decidere invece di poter parlare oggi.
poi ho capito. lui è così sicuro perché sa parlare benissimo.
solo che è polacco.

mercoledì 1 agosto 2012

margherita ci riesce da sola.
ma noi no.
quindi torna.
per piacere.
fai un cenno.
dai notizie.
dicci che te la spassi al mare.
che abbiamo un sacco di cose da dirti.
e mille progetti da discutere. (bugia, ma quelli con le birkenstock lo dicono sempre, hanno sempre un progetto in ballo loro)
il banale non mangia più.
k. per protesta è andato in ferie.
ella non guarda più i porno.
io ho la sindrome dell'abbandono.
insomma hai rotto il cazzo, torna. sta cas' aspett' a te.

martedì 31 luglio 2012

le parole sono importanti

chi sa, parli. per piacere. mi dica. come è arrivato qui da me. 
e soprattutto. 
cosa. cazzo. sperava. di. trovare. grazie.






lunedì 30 luglio 2012

il post triste

una bambina con i reni che non funzionano.
un anno in ospedale.
poi va a casa. comincia una vita 'normale'.
ma con la dialisi. a giorni alterni.
pesa 5 chili e mezzo. a 18 mesi. mangia ma non beve. chè non può fare la pipì.
aspetta di arrivare a 8 chili. per entrare in lista d'attesa. per dei reni nuovi.

la madre mi racconta tutto questo col sorriso.
e io mi chiedo come ha fatto a conservarlo quel sorriso.

e io mi chiedo come farà, a conservare quel sorriso. quando sua figlia arriverà agli 8 chili. finalmente.
e aspetterà. e pregherà.
e la sera si addormenterà sperando che arrivi un rene per sua figlia.

non c'è giustizia in tutto questo.

sabato 28 luglio 2012

delle letture

ultimamente mi dice culo coi libri. non ne sbaglio uno.

sono passata dal centenario alla tredicenne.
divertente il primo. e affascinante. molto.
il secondo l'ho letto in una notte. non ho altro da aggiungere.

giovedì 26 luglio 2012

in questi giorni di vacanza


ho capito che:


probabilmente non mi riposerò mai più nella vita. 
la sveglia interna dei tuoi bambini se ne fotte delle ferie.
se mi salvo da questa coppia col cazzo che ci ricasco.
non ho più diritti. 
la protezione totale va spalmata benissimo, se non vuoi le ditate sulla schiena del tuo biondissimo figlio. 
i vecchi grassi sono meglio dei vecchi magri. 
le orecchie dei bambini si bruciano. 
potrei uccidere per 100 grammi di jamòn serrano.
sono felice di non avere più vent'anni. 
è inutile portarti dietro quattro libri per 10 giorni di vacanza. se hai due figli.
ho bisogno di una vacanza. 
il mare stanca. i genitori soprattutto. 
stimo le settantenni in topless. 
ibiza mi fa cagare.
si può sopravvivere senza la trilogia di toy story. 
la polizza kasko è fondamentale.
un bambino muto è meglio di un bambino petulante.
è ufficialmente finita un'era.
non è vero che siamo fuori dal tunnel.
vorrei poter sentire la mancanza dei miei bambini, ogni tanto. 
noi italiani siamo gli unici a mangiare yogurt con frutta non allergizzante. 
riesco ancora a bere 4 birre in un'ora senza vomitare.
i castelli di sabbia sono una rottura di coglioni.
ma un secchiello e due palette possono salvare la vita. la tua.
non sarò mai una signora.
non andrò mai a vivere in lussemburgo.
i figli ti fottono la spensieratezza.
chi ha tre figli il terzo la ha comprato. e non mi convincerete del contrario.
le vacanze a luglio sono una follia. a meno che tu non ne faccia anche ad agosto.
la resistenza dei bambini è inversamente proporzionale alla tua.
la iena è una rompicoglioni. e lo sarà sempre. o ci odia. io propendo per la seconda.
ho una brutta fissazione con le liste.

giovedì 19 luglio 2012

sto bene. in vacanza. e torno. presto. e mi mancate. ora vado a fare il bagno peró.

sabato 14 luglio 2012

ti svelo un segreto



le birkenstock sono fuori moda da almeno 8 anni. buttale.

quei fantastici e comodissimi e leggerissimi pantaloni tailandesi? se proprio non vuoi appoggiarli vicino ai sandali nel cassonetto abbigliamento, usali per il mare. sono osceni in città.

non puoi guardarmi dall'alto in basso perché tu vai a teatro e io no.

l'andare a mostre di arte moderna, di cui tra l'altro non capisci un cazzo, non fa di te una persona colta.

comprare vestiti di 3 taglie più grandi a tuo figlio, non ti rende geniale. metterà quella maglietta due anni come se non fosse la sua, e quando finalmente sarà della sua taglia sarà una maglietta vecchia. probabilmente bucata.


una mostra di un artista sconosciuto del cazzo che mette un dvd del cazzo in mezzo a una sala vuota e lo proietta su una parete bianca è noiosa. e chiamarla istallazione non renderà il tutto più interessante.
se tu, guardando quella porcata di cui capisci quanto me, ridessi piuttosto che annuire compiaciuto, saresti più simpatico. 

fare foto con la reflex non ti rende oliviero toscani. soprattuto se è una digitale e se la tieni impostata su auto. e non ti autorizza a criticare tutto il mondo che nel frattempo fa foto con l'iphone. si chiama progresso.

farti le sigarette col tabacco non ti rende un intellettuale di sinistra. soprattutto se quel tabacco lo compri con i soldi di papà. e hai una carta oro in tasca.

i pantaloni di velluto a coste nel 2012 e sotto gli 80 anni sono considerati parenti strettissimi delle birkenstock.

se la tua casa vale 2milionicazzodieuro non DEVI avere la social card. non è giusto. e sai perché? perché te la pago io.

è vietato vestirsi da ovviesse e voler dare pareri sull'abbigliamento altrui. VIETATISSIMO.

l'invidia è un sentimento brutto, orribile. ma è punibile con la morte se TU che hai la casa al mare, e in montagna, e in campagna rompi il cazzo a me che la domenica scrocco un bagno in piscina a mia zia.

mentre stai in spiaggia non puoi chiamare me per lamentarti. forse hai perso la memoria, ma io sto a lavoro, con una iena ingestibile, con 40 gradi e una madre ingessata. cioè tu puoi pure chiamarmi, quello che non puoi fare è stupirti se da oggi in poi passi nella mia personale classifica da persona media a decisamente cretina.

se i vestiti di tuo figlio sono di seconda terza quarta mano la tua borsa prada deve essere rigorosamente falsa, non c'è storia. che cazzo, ma la coerenza?



ecco. dovevo dirtelo.
non ero arrabbiata con te. ma adesso abbiamo fatto pace.

giovedì 12 luglio 2012

non farlo mai più

io vorrei non essere così. davvero.
vorrei essere una persona migliore.
vorrei provare, per un solo giorno, come ci si sente a essere tutta sorrisi e bacini e cara e tesoro.
la verità è che ci devi nascere.
io non ci sono nata.
io sono schietta, onesta, sincera al limite della maleducazione. e brutta.
e però.
non vengo da te a dirti se stai male combinata come ti combini.
inorridisco in silenzio, io.
ma non devi fare domande, mai.
e chi mi conosce sa.
io ci provo, davvero. mi passa davanti agli occhi, tipo gobbo, la cosa giusta da dire.
e, puntualmente, me ne fotto.

e allora tu, tu che mi conosci da anni, tu che mi vuoi bene, tu che tieni a noi.
perché, perché cerchi soddisfazione per il tuo ego qua da me?
perché pensi sia una buona idea chiedere a me, che mai seppi mentire, se il tuo
nuovo
osceno
inguardabile
imbarazzante
ottocentesco taglio di capelli mi piaccia?
cosa ti fa pensare che a me, punkabbestia ripulita, possa piacere quella acconciatura a onde da ottantenne giovanile? quella pettinatura da madre della sposa di provincia?
non chiedermelo mai più, ti prego.
non farlo. mai. più.

lunedì 9 luglio 2012

noi due


per margherita, che vuole conoscere i nostri visi.



p.s.: chi doveva vedere ha visto.

venerdì 6 luglio 2012

non ho mai sentito nemmeno la sua voce
e dopo un po'
è uno strano dolore
piano
morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai

giovedì 5 luglio 2012

vì vs romeo 1-0

ieri sera.
la iena dorme.
lui è a lavoro.
io e il vandalo sul divano. ci baciamo, ci accarezziamo. e guardiamo gli aristogatti.
a un certo punto:
mamma cuada, cuada! meeeeeeo! (con entusiasmo)
amore, romeo? è molto bello. ti piace?
tiiiiiiiiiiiii (braccia alzate in segno di esultanza)
anche a me piace molto amore. è il tuo preferito?
no. (secco. con tutta la serietà del mondo)
e chi è il tuo preferito tesoro?
mamma.

eh. qui si gongola. è da ieri che si gongola.





p.s.: il banale sostiene di avere inventato lui il titolo del post. non di questo, ma il 'vs' in genere. lo cito, così non rompe il cazzo.

martedì 3 luglio 2012

2.è tutto sbagliato. il rovescio della medaglia

questo post, per la sua estrema leggerezza, potrebbe urtare la sensibilità di qualche benpensante.
me ne scuso in anticipo. 
e comunque sei ancora in tempo per passare avanti senza leggere.



ho visto cose agghiaccianti in questi giorni
le sale operatorie ferme
i medici che fanno turni di 22 ore
le medicine finite
le attrezzature rotte
interi reparti inagibili
gli infermieri passeggianti
le lenzuola sporche
i paramedici a guardare le partite
il primario latitante
i degenti che fumano in stanza

e però.
ho visto anche i medici più fighi d'italia, credo.
giusto per far dimenticare, o perlomeno per rendere più sopportabile il resto (almeno a me, donna in piena salute e con tutti gli ormoni in attività). un concentrato di fighezza rara.
erano secoli che non vedevo tanta bontà tutta insieme.
ma davvero. roba da non credere. e io non mi entusiasmo dal 99, più o meno.

comunque.
per dire.
che a voler trovare del buono nelle cose ci si riesce sempre.


scusa mamma eh.

domenica 1 luglio 2012

che post di merda

oggi ho fatto pace. in giro, chè avevo un po' di cose in mezzo.
ma oggi le ho risolte, si, ho fatto pace.

con gabriella che se ne va, che forse è meglio.
(vaffanculo gabriella)
con mia madre, che si è fatta male. ma già va meglio.
col caldo, che se stai in piscina non è tanto male.
coi miei figli, che mi sono mancati. tanto.
con mio fratello, che non si è fatto vedere 'sti giorni, lasciando tutto a me. ma lui è così.

oggi mi sono riposata.
mi sono rilassata.
ho preso un giorno di pausa.
ho preso sole, ho messo il culo in acqua.
sono stata con la mia famiglia.
mi sono fatta baciare da mio figlio.
mi sono tolta di dosso un po' di odore di ospedale.
mi sono fatta venire idee. 

e ho cominciato luglio con un post dimmerda.



sabato 30 giugno 2012

ora sono cazzi

avete presente gabriella? quella della scopa in culo? quella che si fa il bagno nella mia vasca?
ecco, lei.
va via.
lascia la casa.
lascia la vasca e tutto e se ne va.
e non mi paga più l'affitto quindi.
e io non posso più pagare il mio, quindi.
e sono cazzi.
veri.
grossi.
come se non bastasse il resto.

e mò?

venerdì 29 giugno 2012

è tutto sbagliato.

è sbagliato essere qui a tenerti la mano, chè sei tu a dovermela tenere. è sbagliato rompersi un osso, e dover aspettare un'ora e un quarto un'ambulanza. è sbagliato vedere mio padre perso, che non sa che fare. lui che sa sempre cosa fare. è sbagliato essere trasportati in un ospedale che ha le sale operatorie rotte. è uno scherzo? è sbagliato dover decidere se accettare o meno un trasferimento a 300 km, col miraggio di un intervento. non posso deciderlo io, mamma. sei tu che devi decidere per me. è sbagliato sapere che mio padre ti ha visto lì per terra e ha pianto. e tu hai dovuto consolarlo. è sbagliato dover mendicare notizie, chè io non sono medico, io so di legge. ma oggi serve a niente. è sbagliato dover avere tutta questa paura, e non poter fare niente per farla passare. è sbagliato avere quella scena avanti agli occhi, e non poterla cancellare. anche se non c'eri. è sbagliato dover vedere un osso fuori dalla carne. e poi di nuovo dentro, grazie alle mani di uomini stanchi e arresi. è sbagliato guardare mio padre, e vederlo vecchio, stanco, impaurito. io che sono una bambina. e ora datemi un angolino, che se ci riesco, piango un po'.

mercoledì 27 giugno 2012

2.liste

10 cose che voglio fare prima di morire


- andare in madagascar


- mettere le calze nere con la riga


- giocare alla roulette nel privee del municipale di montecarlo


- fumare una marlboro rossa. morbida


- sposarmi a las vegas vestita da marilyn


- prendere l'aspirina con la coca cola


- lanciarmi col paracadute


- dirgli che lo amo


- arrampicarmi sul matchu pitchu. coi bambini.


- finire di leggere guerra e pace, iniziato nel 2006




hanno partecipato:

newmoon
gio
cri
amore
ale 13
• LA ciku
il k.  che ti avevo conservato l'arancio
 ale che odia



martedì 26 giugno 2012

paddy clarke ah ah ah!

come sia possibile resta un mistero.
ma a un certo punto, verso i  tre quarti di libro, diventa impossibile non leggerlo.
che per le prime più o meno 170 pagine ho rimpianto a ogni riga di averlo iniziato.
ma poi.

ti chiedi come sia possibile che sia stato così pesante arrivare fin lì.
e ti chiedi anche perchè non te l'abbiano detto prima che diventava così bello.
che magari ti ci mettevi d'impegno.

insomma bello. bello.


lunedì 25 giugno 2012

a volte ritornano

sono tornati gli anni 80.

il peggio che la moda abbia prodotto.
io c'ero.
voi. voi che non avete dovuto far sparire tutte le foto. voi che non avete mai messo un jeans a vita alta.
perché volete farli tornare, dopo tutta la fatica fatta per liberarcene?
pantaloni corti, capelli porcaputtana cotonati, spalline. spalline cazzo, e dai.

e niente. questa cosa mi riempie di tristezza.

sabato 23 giugno 2012

come il banale ha cambiato le nostre vite

dichiarazioni sparse tra i blogger e testimonianze raccolte per strada:


-Da quando conosco il banale ho un fastidioso prurito intimo
-Dopo aver letto il libro scritto dal banale ho preso la candida, direttamente dalle pagine
-Il banale mi ha insegnato questo trucco fantastico: quando ci provo con una e si rifiuta di
darmela posso dire "stavo scherzando, chi ti si incula"
-D'un tratto, nella storia, dire banale è molto cool
-Gran pezzo di gnocco, ma non diteglielo sennò chi se lo scrolla più...
-Dalla vita ho imparato una cosa: mai piegarsi quando hai il banale alle spalle
-In fondo il banale è un bravo ragazzo, è che lo nasconde benissimo
-Il banale taglia l'erba del prato, con lo sguardo
-Molti non lo sanno, ma il banale mostrò l'arte del porno a Siffredi
-Il banale è ghost writer dei Beatles
-Il banale sa tradurre 8 lingue aliene, praticando cunnilingus
-Mi ricordo una volta scorreggiò e successe quel casino dello tsunami...
-Lo sapevate che il banale insegnò a sparare a Che Guevara?
-Da quando conosco il banale i miei ex mi sembrano molto più fighi
-Finalmente un uomo che per dire dammela dice dammela
-L'unico libro che sono riuscita ad abbandonare a pagina tre, e senza ripensamenti
-In realtà non le leggo le porcate che scrive, io guardo le figure
-Ho pensato seriamente di cambiare nome a mio figlio
-Ho rivalutato la fame nel mondo
-Le parole "tamarro da Mirabilandia" hanno un nuovo significato


dài che ti vogliamo tutti bene, cazzone.


p.s.: chè un quarto di secolo è importante. auguri bello.
p.p.s.: in collaborazione con ellaneivicolipersa e margheritaciriescedasola.

giovedì 21 giugno 2012

la nausea

ieri sera siamo andati al pub. tutti e quattro.
e siamo sopravvissuti.
senza neanche pentircene.
e addirittura ho bevuto due birre, senza dovermene scappare per arginare crisi di pianto e isterismi.

e oggi devo buttarmi nel cesso, che ho la nausea e lotto contro il vomito da quando ho aperto gli occhi.
ora, essendo un ex quasi alcolista non voglio credere che due birre piccole mi facciano subire oggi questi postumi da dopo sbronza. senza il divertimento della sbronza tra l'altro. a meno che non sia un raro caso di rigetto.

la seconda ipotesi non la voglio neanche pensare.

mentre scrivo, lasciandomi un'agevole varco verso il cesso, benedico l'assenza dei miei figli. in piscina (bastardi!) coi nonni.
e penso cose e prendo decisioni.
tipo, non aprirò il negozio. la fortuna di avere un'attività fallimentare.
penso che DEVONO tornare il più tardi possibile, che al solo pensiero di averli tra i piedi muoio.
o che oggi potevo fare il cazzo che volevo tutta sola e invece sto collassando sul divano. di pelle. nera. fresco insomma.
non farò un test di gravidanza.
chiederò a lui di non andare a lavoro stasera se non vuole vedermi morta a stretto giro.
sposterò la tesi di laurea dalla mensola all'ultimo ripiano della libreria, che la guardo e mi innervosisco. ogni volta. che poi lo dico e non lo faccio mai, troppo pigra.
e mi misurerò la febbre, che magari i brividi con fuori 35 gradi non sono tanto normali. ma i brividi sono una new entry. grazie a dio.

no ma vi aggiorno eh.


eh. 
aggiornamento
38,5. 
menomale. 
cioè nel senso meglio questo. 
quindi menomale.

martedì 19 giugno 2012

la notte



la notte è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie.   
antonio tabucchi

c'è della dolcezza stasera in giro.

lunedì 18 giugno 2012

delle dipartite

volevo condividere con voi questo momento di dolore.
il follower numero 70 ci ha lasciato. all'improvviso.

ciao follower, chiunque tu sia.

sabato 16 giugno 2012

3.frivolezze

oggi mi sono voluta del bene. affetto in pausa pranzo.
una pausa pranzo che ha assunto improvvisamente la forma di un regalo di natale con la telefonata della santa nonna. che mi chiede se può tenere i bambini anche a pranzo, che tornano direttamente nel pomeriggio.
si. veloce, rapidissimo che ci ripensa.
tre ore senza due gnomi che chiamano urlano piangono cacano cadono.
senza neanche lui, che è a roma.
per un attimo ho avuto la tentazione di tornare a casa e svaccarmi sul divano. tentazione fortissima.
ma poi l'affetto ha trionfato.
parrucchiere e estetista in accoppiata vincente.
e ora capello cortissimo e smalto rossissimo mi fanno sentire una quindicenne.
(sbaglio o questa è una rima? vabbè.)
per dire, che a volte in un attimo puoi recuperare giorni e giorni di umore di merda.
con poco meno di 50 euro e un paio di nonni. a volte anche meno. io per esempio non ho pagato. tra commercianti. tu segna eh.

venerdì 15 giugno 2012

giovedì 14 giugno 2012

dell'imbarazzo

ragazze. donne tutte.
vi prego.
non parlate di calcio.
non fingete competenza.
non simulate interesse.
vi prego.
non siete più interessanti.
non siete più scopabili.
non siete meno oche.
siete solo posticce.

sono in imbarazzo. per voi.

mercoledì 13 giugno 2012

mamma

la Iena ha detto mamma. oggi.





che è una che le fa con calma le cose, lei.

lunedì 11 giugno 2012

dei bagni e delle candele

io vivevo sola. che ancora facevo l'università.
e lavoravo pure.
lavoro da quando avevo vent'anni.
cameriera, hostess ai convegni. ho fatto tutta la trafila. e poi locali, fino a due giorni prima di sapere che ero incinta.
chè già avevo il negozio, ma la sera lavoravo lo stesso. anche se mi ero già rotta i coglioni, chè non si può far notte tutte le notti a trentadue anni, ancora. o si?
comunque.
vivevo sola.
in una casa molto bella molto single. 
già ne ho parlato in un altro post della mia casa. e ne parlerò ancora eh. chè l'ho fatto io il progetto. 
chè mi manca un sacco.
ogni volta che penso alla mia vita dissoluta penso a lei, e a quanto ci sono stata bene là dentro. 
e penso anche che ora se la sta godendo una gabriella del cazzo con una scopa su per il culo.
comunque. l'ho dovuta lasciare, chè scale soppalchi secondo piano senza ascensore. se sopravvivevo alla gravidanza il vandalo si ammazzava al primo piede a terra. e chi ci pensava a un figlio quando sono andata a viverci.
oggi mi è venuta in mente. 
prepotentemente.
mentre rubavo mezz'ora per una doccia. col vandalo che dall'altra parte della porta ripeteva a oltranza mammamammamammamammamammaVOGLIOmammamammamammamamma. millemila volte. 
e mi sono ricordata di una candela fighissima comprata in un beauty center milioni di anni fa. 
chè tu la accendi e ti fai il bagno.
e poi la spegni. e la cera che si è sciolta non è cera, ma una crema che ti spalmi ancora tiepida. e ti senti dio.
vabbè la parte su dio non è proprio ufficiale, però il resto è tutto vero.
e mi è venuto troppo da ridere, a pensare che c'è stato un tempo in cui mi facevo il BAGNO. potevo farmi il bagno. come se non dovessi uscirne mai più. nella mia vasca. con le candele accese e la musica in sottofondo. e creme e oli alle mandorle. 
che avevo la vasca in camera da letto, a terra. tipo scarface ma meno tamarra. 
e oggi, mi è venuta in mente quella candela. e ho pensato che probabilmente la prossima volta che potrò accendere una candela sarà quando il vandalo avrà 15 anni. e il tempo per una crema lo avrò quando andranno a scuola.
e subito dopo anche VAFFANCULO GABRIELLA. che non c'entra lei, ma mi fa sempre bene odiarla un po' quella stronza. che si fa il bagno nella mia vasca. 


lo so, lo so che odio i post lunghi, ma mi è venuto così....mica si deve leggere tutto?

domenica 10 giugno 2012

vai valentina

e poi c'è un giorno così.
che vorrei vestirmi truccarmi e uscire e uscire e uscire.

che vorrei essere altrove.

venerdì 8 giugno 2012

ci piace

chè mica odiamo solo noi.
ci sono un sacco di cose che ci piacciono. proprio da impazzire.

il gelato, per esempio. tutto bianco.
la vodka col bitter.
la birra sulla spiaggia.
un biglietto aereo nel cassetto.
la valigia nell'ingresso.
la prima pagina di un libro. e l'ultima.
un vestito nuovo nell'armadio.
il primo bacio della giornata. quello di mio figlio.
il caffè a letto.
il cornetto caldo.
il vino gelato.
una serata su un terrazzo, amici e chiacchiere. e un po' di vento.


e a volte te ne capita una, di quelle cose lì, che ti piacciono proprio da impazzire. e ti ritrovi a sorridere una mattinata intera.

poi passa eh. ma nel frattempo sorrisi.

mercoledì 6 giugno 2012

rossetto e cioccolato

e ti chiedi com'è possibile.
com'è possibile che il primo uomo che ti abbia emozionato, stupito, stranito.
il primo che abbia saputo come prenderti.
che ti abbia fatto dimenticare il resto del mondo.
il primo che sia entrato nella tua testa.
che ti abbia dato i brividi anche solo con lo sguardo.
con la dolcezza dei suoi occhi.
com'è possibile che lo stesso uomo che hai sognato per quattro anni. quattro anni tra le vostre due storie. gli stessi voi due. due anni prima e due anni dopo.
lo stesso uomo che sei riuscita a quasiamare due volte. tu che non avevi amato mai. 
ti chiedi com'è possibile che una mattina ti svegli e lo guardi. come tutte le mattine. 
e aspetti la tenerezza. la gioia. quel quasiamore.
e non arriva niente.
guardi la tua casa. e capisci che non vuoi andare via. non vuoi andare via con lui.
lui che è uguale a sempre. lui che non si evolve. lui che non cambia.
e ti chiedi com'è possibile che a un certo punto capisci.
a un certo punto e non prima.
ti ci sono voluti otto anni.
otto fottutissimi anni.
per capire.
che.
quell'uomo.
è.
un.
cretino.
e alla fine ti chiedi com'è possibile. che hai perso così tanto tempo. 
senza capire che stavi perdendo il tuo tempo.
con uno che è un cretino.

ecco. per te. che mi devo sforzare per ricordare com'era, stare con te. che sei riuscito a non lasciarmi niente. solo stupore.


è storia vecchia. ma stamattina mi torna in mente. portata da lei. 


martedì 5 giugno 2012

vì vista da vì

canotta nera a costine. da uomo. aderente.
jeans morbidi. da uomo. una taglia in più.
converse nere. le stesse. da sempre.
capelli raccolti. ma corti. che sfuggono.
una festa di colori sulle braccia.
braccia che impastano su un tavolo di marmo. a vista.
in un salotto.
poltrone e divani. lampade e librerie. tavoli e sgabelli.
da posti diversi. da epoche diverse. da case diverse.
libri e giornali, foto e dipinti.
chi legge. chi beve. chi lavora. chi apre un pc.

e lei là. che serve cioccolata e biscotti, birra e pane.

improbabile e felice.

lunedì 4 giugno 2012

tenerezze

Lui: domani voglio portare il Vandalo al mare. a far volare l'aquilone.
v.: ma io domani lavoro...
Lui: lo so. andiamo solo io e lui. è una cosa tra padre e figlio.è una cosa tra uomini.
v.: ah.




venerdì 1 giugno 2012

1.liste

10 cose che mi annoiano


- le olimpiadi

- andare dal parrucchiere

- i matrimoni

- i film di totò

- parlare con B.

- il giro d'italia

- il 31 dicembre

- leggere l'estratto conto

- far asciugare lo smalto

- i post troppo lunghi
tranne quelli del banale











mettete il link nei commenti e io aggiorno il post con il collegamento alle vostre liste.
ella, margherita, banale e k. sono obbligati. 



giovedì 31 maggio 2012

delle liste


voglio fare una lista.
tutti le fanno.
non posso più vivere senza fare una lista.
devo solo decidere di cosa.
vorrei fare una lista molto stupida.
ne ho in mente un paio.
non più di dieci punti.
chè poi mi annoio.
ah, e voglio costringere anche voi a farle.


godetevi l'attesa.



che c'entra la foto?
                                 

mercoledì 30 maggio 2012

l'emotiva

ieri sera ho visto 'diaz'.
e sono ancora indignata. e amareggiata.
stasera vedrò 'acab'.

domani esco con la macchina. e verosimilmente investirò un poliziotto.
è chè sono un'emotiva. sotto sotto.

almeno vi ho avvisato.

lunedì 28 maggio 2012

piccolo-spazio-pubblicità


non faccio pubblicità a niente sul mio blog.
chè è il mio spazio, il mio diario, il mio svago.
chè è i miei ricordi.
ma stavolta.
lo devo troppo dire.
chè mica è pubblicità poi.





save the children ha fatto uno spot terribile.
che dura forse due minuti. ma ti sembrano due ore da quanto ti fa a brandelli.
bambini messi male male. 
che da quando sono mamma non li voglio vedere. non lo voglio sapere.
chè non è giusto che il vandalo vada girando con le converse (fighissime eh) e quel bimbo là non possa mangiare.
non lo è.
e allora io non cambierò il mondo, ma magari posso fare una cosa piccola piccola.
la pubblicità parlava di una donazione mensile di nove euro, centesimo più centesimo meno.
che io sono di quelle che non apre neanche l'estratto conto. tanto.
e allora sono andata sul sito.
e non l'ho trovata 'sta cosa qua.
e allora ho chiamato il numero verde.
e un tipo supergentile mi ha spiegato tutto.
e sono davvero nove eurini al mese, centesimo più centesimo meno.
che loro ci comprano queste barrette superenergetiche superproteiche superfighe.
e decine di vaccini.
e zanzariere.
e giocattoli.
e nove euro al mese sono tipo trenta centesimi al giorno.
tipo 2 caffè a settimana.
tipo un cinema al mese.
tipo un vodka tonic in un locale molto figo.
tipo una manicure al dibi center.
tipo un quarto di concerto di battiato.
tipo un decimo di una pulizia dei denti.
ok la smetto.
ma spero di avervi fatto sentire molto in colpa.

e se li prendono direttamente dal conto corrente. e se come me non lo apri neanche.
non te ne accorgi.

ma io li avrei dati comunque, anche se me ne accorgevo.

fatelo fatelo fatelo. se potete. o ditelo ditelo ditelo a tutti.
mi fareste sentire molto meglio.